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Stampare foto

Come stampare le foto

20.12.2021

Al giorno d’oggi siamo circondati da strumenti in grado di farci scattare e visualizzare immediatamente una immagine. Dall’ormai inseparabile smartphone, ai tablet, ai computer. Anche le TV sempre più smart consentono la visualizzazione delle immagini recuperandole da smartphone o dai vari servizi in cloud. E’ quindi lecito chiedersi se ha ancora senso stampare le foto quando possiamo vederle (e modificarle) in qualsiasi momento e ovunque ci troviamo. Eppure se provate a chiedere in giro sentirete sempre la stessa risposta; le foto più belle le stampo. Perché?

Sicuramente uno dei motivi principali dipende dal timore di perdere accidentalmente il file della foto. Sappiamo tutti che nonostante le decine di accortezze che possiamo attuare, si tratta sempre di un formato digitale, di un file potenzialmente cancellabile per disattenzione, per un virus o per la rottura del supporto che lo contiene. E’ vero direte, ci sono le copie di sicurezza. Ma anch’esse sono dei file ed il discorso vale anche per loro. Ma il vero motivo, quello che difficilmente sentirete dire per primo, risiede nel fatto che la foto stampata è più bella.

Uso volutamente questa semplificazione perché dietro l’aggettivo “bella” si celano una serie di motivazioni oggettive che vanno dalla possibilità di incorniciare l’immagine, al catalogare visivamente in un album un determinato momento (pensiamo alle vacanze ad esempio o alla nascita di un figlio). Quello che difficilmente sentirete dire è che con la foto stampata si ha un rapporto emozionale che il digitale non può trasmettere. E questo accade per un motivo puramente tecnico oltre che emozionale.

Tutti gli schermi, che siano di smartphone o TV, sono retroilluminati. La carta invece riflette la luce. Il risultato è che le foto stampate risultano più naturali e calde rispetto alla loro versione digitale. Le foto stampate inoltre si possono toccare, cosa questa che che accende immediatamente il ricordo del momento in cui è stata scattata. Se hai provato provato a stampare delle foto a casa ti sarai accorto che seppure con meno problemi rispetto a qualche anno fa, la stampa fotografica non sempre ci da i risultati sperati.

Partiamo subito con il dire che quello che vediamo sullo schermo non sarà “quasi” mai quello che andiamo a stampare. Questo perché il contrasto e la luminosità degli schermi attuali sono talmente elevati che riprodurli sulla carta in ambito domestico è pressoché impossibile. Ricordi quello che dicevamo prima? Gli schermi sono retroilluminati e l’illuminazione negli ultimi anni è stata aumentata di parecchio perché i nostri device vengono utilizzati, tra l’altro, anche per guardare video o videogiochi. Cos’é quindi quello che potrebbe non soddisfarci completamente?

  • le foto risultano troppo scure
  • le foto risultano piatte
  • i colori non risultano brillanti
  • i colori sembrano non corrispondere
  • dominanti inattese
  • la foto sembra sfocata
  • la foto sembra sgranata

Tutti questi problemi, giusto per aumentare la difficoltà, possono dipendere da più fattori. Non dimentichiamo infatti che in gioco abbiamo

  • la fotocamera;
  • le eventuali modifiche fatte in post produzione tramite software di fotoritocco o App specifiche;
  • il monitor;
  • la stampante. 

La fotocamera

Scatti in formato Raw vero? No? Allora bisogna fare un passo indietro. Le macchine fotografiche analogiche memorizzano la foto sulla pellicola fotosensibile. La luce una volta attraversato l’obiettivo arriva alla pellicola che la cattura e la memorizza. Le macchine digitali si comportano allo stesso modo con la differenza che la luce viene catturata da un chip e non dalla pellicola. Quando la macchina fotografica è impostata per scattare in (es.) Jpeg, nonostante la qualità elevata che possiamo impostare, la foto viene comunque compressa dal software. Inoltre, una volta scattata, la foto viene memorizzata così com’è errori di fuoco compresi. Scattare in formato Raw invece da alla macchina tutte le informazioni necessarie per poter successivamente intervenire sulla foto in post produzione. Per assurdo potremmo scattare una foto senza preoccuparci della messa a fuoco corretta e mettere a fuoco la foto successivamente allo scatto. Estendendo il concetto potremo intervenire anche sui colori, sul contrasto, sul bilanciamento del bianco e sull’esposizione.

Quando invece si scatta in formato Jpeg bisognerà preventivamente dare alla macchina tutte queste informazioni. Compreso lo spazio colori nel quale ci stiamo muovendo. Ora, senza approfondire la cosa, ti basti sapere che gli spazi colore più utilizzati sono AdobeRGB e l’sRGB. E’ quindi necessario preventivamente sapere quale è lo spazio colori che adotta il software che abbiamo sul nostro computer ed impostare lo stesso spazio colori sul device che usiamo per scattare la foto. Chiaramente se mandiamo le foto in stampa esternamente dovremmo sapere quale è lo spazio colori che utilizza il laboratorio. Normalmente queste informazioni sono disponibili sul sito del laboratorio, in caso contrario si può sempre chiedere per email o contattando l’assistenza.

Il software

A questo punto sarà quindi chiaro che il software dovrà avere lo stesso spazio colori della fotocamera. Passiamo quindi alla risoluzione di stampa. Attenzione, non sto parlando della grandezza della foto ma i punti per pollice ovvero i dot per inchiostro (dpi). Hai mai fatto caso che i cartelloni pubblicitari in strada se li guardi da vicino sembrano sgranati? Questo accade perché in generale più è grande la stampa più è bassa la risoluzione, diversamente i file avrebbero una dimensione tale ta risultare ingestibili. Diciamo che utilizzare 200dpi è un ottimo compromesso per le nostre foto.

Diverso è invece il discorso dei pixel. In questo caso è utile avere sempre a portata di mano una tabella esplicativa che riporto qui per comodità

Formato di stampa

Ris.Min pxl bxh

Ris.Max pxl bxh

Ris.Min pxl

Ris.Max pxl

Cm. 10×15

600×900

1200×1800

540.000

1.920.000

Cm. 13×19

1100×750

1500×2200

825.000

3.300.000

Cm. 15×21

900×1250

1800×2500

1.125.000

4.500.000

Un altro punto da prendere in considerazione è la calibrazione del monitor. Te lo dico subito, la calibrazione del monitor richiede l’utilizzo di hardware di alta qualità. Lo hanno ad esempio monitor professionali tipo Lacie, ma se non hai una workstation difficilmente in casa potrai effettuare una calibrazione efficiente. Esistono comunque dei software che possono venirci in aiuto a seconda del modello di monitor che utilizziamo. Qui ti rimando ad una ricerca su Internet. Troverai sicuramente quanto ti serve. 

SpyderDataColor
Spyder Datacolor

Da non sottovalutare l’ipotesi di dotarsi di un spyder di datacolor. Anche se potrà sembrare una spesa superflua, se cerchi di ottenere il massimo dalla tua configurazione, la possibilità di vedere esattamente il colore che ti mostra il monitor è una cosa da non sottovalutare in alcun modo. Tarare i colori del proprio monitor è un’operazione essenziale per chi si occupa in maniera professionale di foto e video. Un monitor tarato correttamente dà la certezza di avere colori fedeli alla realtà, in maniera da avere una base sicura da cui poter partire per lavorare sulla color correction di un video o su eventuali modifiche ad una serie di foto. 
La procedura per tarare un monitor è davvero semplice: dopo aver installato il software della Datacolor basta farlo partire e seguire le istruzioni, pochi clic e qualche minuto di attesa. Dopo aver inserito le informazioni che ci chiederà il software basterà appoggiare lo spyder sul monitor ed avverrà la calibrazione. Non è raro infatti che i nostri monitor hanno delle dominanti blu che non vediamo perché l’occhio si è abituato. Ma una volta stampata l’immagine ecco che ci sembrerà diversa. Lo spyder di datacolor puoi acquistarlo con una spesa che parte dai 100€ circa.

Stampare le foto, a casa o in laboratorio?

Premetto una cosa che sarà sicuramente sotto gli occhi di tutti. A meno di non avere strumenti di qualità professionale qualsiasi stampante ad uso domestico, anche quelle che paventano qualità fotografica, non riusciranno mai a stampare come un laboratorio. Detto questo è evidente che la soddisfazione di seguire di persona tutto il processo, dallo scatto alla stampa è sicuramente più gratificante quindi, vediamo come fare per ottenere il miglior risultato possibile.

Per prima cosa, avrai bisogno dei profili ICC per la stampante. Questi permettono al software installato sul tuo computer di controllare direttamente la stampa. La scelta della carta è un altro parametro da prendere in considerazione. Benché il pensiero comune suggerisca di acquistare carta fotografica della stessa marca della nostra stampante, in realtà i test che effettuano i vari brand sono effettuati in situazioni ideali difficilmente riproducibili in ambito domestico. Un po come i consumi dichiarati dalle case automobilistiche 🙂 

Una volta scaricato il profilo ICC giusto, per poterlo usare dovrai disabilitare la gestione del colore da parte della stampante.

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